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hiraezh.xyz

Continuo a voltarmi senza sapere dov'è l'Ovest


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prendo una colomba
per la zampa
spero di volare lontano.

forse su uno scoglio
in mezzo al mare
mi lascerà la speranza

il sogno cammina
nella carne desolata
che sanguina la realtà:
cerca aiuto.
buona Fortuna

vorrei essere vento
per venir scacciato
dalle nuvole

vorrei essere suolo
per venir odiato
dai vermi

vorrei essere legno
per veder cader
le mie foglie

vorrei essere uomo
per veder morire
gli uomini

conchiglie d'inverno,
piene di api,
sorde di empatia

era una ninna nanna
piena di lacrime
quella che mi cantavi
mentre baciavi
il mio cuore

nella tua bianca veste
hai chiamato il vento
con i nomi dei miei ricordi,
ero bambino
ma non ti dimentico.

sapore di menta
sotto la pioggia,
odore particolare
la nostalgia

tendendo il mio arco
frammento la realtà
una foresta di betulle
su sfondo nero

una sfinge piangente
un pendolo inceppato,
non seguo più il ritmo
di ogni mia domanda

poesia di un sommelier:
a volte inclino il bicchiere
e vedo il mare in esso,
a volte assaggio il vino
e sento i fiori in bocca,
a volte, ma solo raramente,
bevo un bicchiere intero.

ti ricordi quanto brillavano
i nostri occhi
quando ci siamo guardati
al confine fra terra e cielo?

“scriverò la parola solo
quando parlerò di me stesso,
e cancellerò la parola io
quando vedrò qualcosa di più grande”

ti ricordi quanto brillavano
le stelle nel cielo
quando il sole all’equinozio
ti scaldava la pelle?

era tuo
il calore dell’estate,
era mia
la pelle che accarezzavi

perché sento il suono dei fulmini
così distanti da me,
ma non riesco a sentire le parole
che dolcemente
mi sussurri all’orecchio?

di quel che voi chiamate clessidre
non vedo lo scorrere
del tempo, come prigione, della sabbia.
di quel che voi chiamate rose
non ho ricordo
se non un prato vuoto.

i venti non spostano,
in direzione verso il tramonto,
quelle lapidi ormai scalfite
dalle spade dei miei demoni.

il silenzio domina su questo cimitero,
come domina sulle lande ormai vuote,
come domina negli occhi
flebili di vita, delle persone.

nemmeno qui vorrai lasciarmi in pace,
nemmeno quando le radici mi faranno da cielo
e nemmeno quando il battito del Cuore,
battito della terra,
rimbomba nel mio petto.

; senario con haiku

lo sguardo dei corvi
giudica incerto
i passi di pietra,
i canti del suolo.

il becco dei corvi
coi cuori pulsanti
sfama il desiderio,
termina ogni pena.

le piume dei corvi
seminate e colte
da mani logore
di scavare nel tempo.

morte redente
scendi nei cimiteri;
triste perdono

seguivo una formica -
con lo sguardo -
chiedendomi se anche lei
avesse paura di cadere.

fragile com’è
la neve non la bagna,
il sole non la scalda,
gli alberi non la piangono.

“vai piano!”
che fragile come sei
il tempo non ti scalfisce

// haiku
corvi intorno a me,
la brezza di settembre
stridula triste

i volti in disprezzo
per quei respiri in apnea
colla luce filtrata dai ricordi
che di verde ruggine
dipinge il mio abisso.

ho ascoltato la notte passare
come telo su di un morto,
i pensieri troppo stanchi
per essere scritti:
i fiori di rugiada.

; versi endecasillabi in rima alternata

continuerò a piangere su pagine
di racconti ormai andati persi.
deserti e mari forman l’immagine
mentre nella mia carne, i morsi.

petali di crisantemo
si adagiano sulle spoglie
di chi dorme cullato
dalla corrente del fiume.
di bianco ti sei vestita
per chi non t’ha mai chiamata.

; quadri sciolti

il calore dell’acqua,
il rossore del bordeaux,
i petali di una margherita,
la distanza del passato.

cuore errante di
maggio, i fiori sbocciano
ad ogni polso

; Al Mare

di un telo di vetro azzurro,
di uno specchio di cristallo bianco,
di tutto quel che era e sarà,
tu ti sei coperto.

ti chiedo pregandoti,
di non brillare soltanto
quando il sole illumina la tua foce.

il quaderno cambia forma,
le pagine la loro trama:
prima pergamena, poi seta,
poi documento, poi carta vetro.
una ballata in maschera,
a tempo di segnalibro.
purtroppo per lui, le voci lontane,
la musica incerta.

distante leggo
i solitari tratti
ch’io solcai

novembre.2021
i campi di fiori
pieni di memorie
richiedono lacrime
come polline

07.03.2022
alla sorgente del fiume
percorsi le sue rive
e riempii la mia ciotola,
non una singola goccia cadde.

ora, la fiamma di un lume
disegna la mia ombra:
sempre più acqua
si versa sul terreno.

Haiku scritti a gennaio 2021

// autunno
zucche arancio
luminano il vuoto
dentro di loro

// inverno
alberi morti
tristemente vegliano
sui cadaveri

// primavera
si colorano
d’arcobaleno, fiori
chiusi da tempo

// estate
il sole alto
coce una pianura
ma senza fine

// secondo inverno
laghi ghiacciati
riflettono distorti
alberi bianchi

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